Avet - La Guerra all'orizzonte

Vai ai contenuti



.


Flaminio Avet nacque a Bendejun, nei pressi di Nizza, in Francia, il 3 agosto 1890.
Si trasferì a Roma dove si laureò in giurisprudenza. Allo scoppio della guerra si arruolò come ufficiale nell'arma di cavalleria del Regio Esercito e fu assegnato al 9º Reggimento Lancieri di Firenze e, da agosto, combatté in trincea, sul Carso, come artigliere presso il 37º Reggimento. Il 25 novembre fu insignito di una Medaglia d'Argento al Valor Militare per il coraggio mostrato in combattimento.
All'inizio del 1916 fu accettata la richiesta di trasferimento al Corpo Aeronautico. Eseguì il primo volo, a bordo di un Blériot, il 25 maggio di quell'anno e conseguì il brevetto di pilota militare il 15 novembre del 1916.
Il 3 febbraio 1917 fu assegnato alla 73a Squadriglia da ricognizione equipaggiata con i velivoli biposto SAML S.1.
Alla fine di agosto dello stesso anno, dopo diverse missioni nella ricognizione, fu inviato alla scuola caccia di Malpensa dove si esercitò sui Nieuport Ni.17. Dopo un ulteriore periodo di addestramento, nel tiro e con altri velivoli, fu temporaneamente trasferito presso l'82a Squadriglia Caccia. Durante il periodo trascorso presso quella squadriglia rivendicò il suo primo abbattimento di un velivolo nemico effettuato il 27 novembre in Val d'Arsa.
Il 26 dicembre del 1917, ancora in forza all'82a Squadriglia Caccia, partecipò alla Battaglia aerea di Istrana. Fu, infine, trasferito alla 70a Squadriglia Caccia dove rimase fino alla fine del conflitto, ad eccezione di qualche settimana, in giugno e luglio 1918, trascorsa, come comandante, nell'82a.
Durante la sua permanenza nella 70a Squadriglia abbatté undici velivoli nemici anche se, di questi, ne furono confermati otto ottenendo, comunque, la qualifica di Asso.
Terminò il conflitto con il grado di tenente e, per il valoroso impegno come pilota da caccia, fu insignito di altre due Medaglie d'Argento al Valor Militare.
Poco dopo la fine della guerra ritornò alla vita civile rientrando in Francia, a Bendejun, dove morì il 21 agosto 1928.

ONORIFICENZE
Italia.
Medaglia d'Argento: "Durante aspra, violenta azione, essendo la batteria al suo comando sotto fuoco intenso ed efficace di batterie nemiche e necessitando, in modo assoluto, concorrere col fuoco a respingere un minaccioso contrattacco, avuto smontato un pezzo, proseguì sereno a dirigere il tiro degli altri finché l'ultimo pezzo poté funzionare, riuscendo così brillantemente nel compito speciale affidatogli. - San Michele, 25 novembre 1915."
Medaglia d'Argento: "Ardito pilota da caccia, bell'esempio ai compagni, compì numerosi voli sul nemico, sostenendo brillanti combattimenti, abbattendo, in un breve periodo di tempo, due velivoli avversari e concorrendo a distruggerne altri. - Cielo di Bigolino Valdobbiadene; Cimadolmo; Grassaga; Maserada, 17 aprile - 17 maggio 1918."
Medaglia d'Argento: "Pilota, comandante di una squadriglia da caccia, fu ai suoi dipendenti esempio di ardimento e di spirito di sacrificio. Durante numerose azioni di guerra, guidando abilmente i piloti a lui affidati, riuscì sempre ad aver ragione dell'avversario, anche se questi era numericamente superiore. Il 15 luglio, il 3 ottobre ed il 28 ottobre, con la propria squadriglia riusciva ad abbattere 4 apparecchi nemici. - Cielo di Vidor; di Moriago; di Arcade, 15 luglio, 3 - 28 ottobre 1918."
               
Un Hanriot HD.1 della 70a Squadriglia Caccia con le insegne del tenente Flaminio Avet
Torna ai contenuti