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Vassura - La Guerra all'orizzonte



Giovanni Vassura, detto “Giannetto”, nacque il 26 febbraio 1894 a Cotignola, in Romagna.
Ultimo di cinque fratelli, crebbe in una famiglia intrisa di ideali mazziniani e di fervore patriottico: il nonno aveva combattuto nelle guerre risorgimentali del 1848 e 1849, il padre aveva seguito Garibaldi nelle campagne del 1866-67 e del 1870, mentre il fratello maggiore si era arruolato volontario nelle spedizioni in Africa.
In quella casa, il senso del dovere e dell’amor di patria era un’eredità naturale.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Giannetto non esitò: si arruolò volontario.
Iniziò sul fronte goriziano con la fanteria, poi fu inviato sugli altipiani con i telegrafisti del genio, dove svolse spesso – e sempre di sua iniziativa – incarichi rischiosi in zone battute dal fuoco nemico.
Il richiamo del cielo, però, si fece irresistibile.
Suggestionato dalle imprese di Francesco Baracca e dai racconti del fratello dirigibilista, chiese di entrare nell’aviazione.
Nell’aprile del 1917 fu ammesso al Battaglione Aviatori di Torino, e da lì al campo scuola di San Giusto (Pisa), dove ottenne rapidamente i brevetti sui Farman, distinguendosi tra ottanta allievi con un record d’altezza.
Successivamente fu trasferito alla Malpensa, dove conseguì i brevetti sui Caproni. Nel giugno 1918, con il grado di sergente pilota, ottenne finalmente l’assegnazione al fronte in una squadriglia da bombardamento.
Nell’autunno del 1918, mentre era in licenza, seppe che il 27 ottobre il suo gruppo avrebbe compiuto un’azione decisiva contro i depositi di munizioni austriaci presso Vittorio Veneto. Nonostante non fosse obbligato, rinunciò al riposo e raggiunse la sua squadriglia: volle esserci, volle partire.
Da quella missione, però, non fece ritorno.
Il sergente Vassura cadde a soli ventiquattro anni, abbattuto con il suo Caproni Ca.3 insieme ai compagni Domenico Fantucci, Mario Tarli e Dandolo Zamboni.
Nel 1919 gli fu conferita alla memoria la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Negli anni ’30, a Rimini, il suo nome venne scolpito nella memoria collettiva: l’aeroporto militare fu intitolato a lui, giovane aviatore che corse volontario incontro al proprio destino, lasciando dietro di sé l’esempio luminoso di un coraggio senza esitazioni.



ONORIFICENZE
Italia
Medaglia d'Argento: (Conferita nel 1923 modificando la motivazione di quella concessa con decreto dell'8 giugno 1919) "Pilota ardimentoso ed entusiasta, partecipava volontariamente ad un bombardamento di opere militari nemiche. Attaccato da più apparecchi da caccia avversari, li affrontava, proseguendo poi nella rotta per assolvere ad ogni costo il mandato affidatogli. Avuto colpito l'apparecchio da un proiettile che ne staccava un'ala, precipitava al suolo, immolando la giovane esistenza alla Patria. Cielo di Conegliano Veneto - 27 ottobre 1918."
       
Un Caproni Ca. 3 delle Squadriglie Bombardieri Caproni

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