Fantucci - La Guerra all'orizzonte

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Domenico Fantucci nacque a Vallo di Nera (Perugia) il 21 settembre 1893.
Fu chiamato alle armi l'8 settembre 1914 ed inquadrato, a partire dal 2 ottobre nel Battaglione Aviatori.
Ottenne la qualifica di mitragliere e, negli ultimi mesi del conflitto, fu assegnato alla 4a Squadriglia Bombardieri Caproni.
Il 27 ottobre del 1918 salì come mitragliere sul Ca. 11503 che decollò con il resto della formazione dal campo di San Pelagio per compiere una missione di bombardamento contro depositi militari austriaci nei pressi di Vittorio Veneto.
Il Caproni, perso il contatto con il resto della formazione a causa del maltempo, fu attaccato sul cielo di Conegliano da alcuni caccia austriaci. Grazie alla bravura dei mitraglieri il bombardiere riuscì, anche se danneggiato, a sottrarsi alla caccia aerea e a portare a termine la missione. Ma al ritorno, per i danni subiti, cominciò a perdere quota entrando nel raggio di azione di una batteria contraerea che lo colpì in pieno con una cannonata staccandogli un'ala. L'aereo precipitò in fiamme e, nello schianto, l'intero equipaggio perse la vita. Domenico Fantucci aveva compiuto da poco venticinque anni.
Da testimonianze raccolte pare che tre dei componenti dell'equipaggio morirono sul colpo; un quarto, forse un mitragliere, fu brutalmente finito da soldati nemici a colpi di calcio di fucile.
I militari ungheresi depredarono dei loro effetti personali le salme dei quattro aviatori.
Testimoni oculari, ragazzini all'epoca, ricordavano un gesto particolarmente raccapricciante:
uno dei quattro aviatori italiani, portava al dito un anello, un oggetto prezioso. Per impadronirsene, gli ungheresi, non esitarono a mozzargli il dito. Un gesto privo di qualsiasi forma di quel rispetto che caratterizzava il rapporto tra aviatori dei due schieramenti anche se, in questo caso, si trattava di militari dell'esercito ungherese affamati di ogni forma di ricchezza e consapevoli che la loro permanenza su questa parte d'Italia aveva le ore contate.
Le salme furono, poi, pietosamente ricomposte dai cittadini di San Pietro di Feletto accorsi sul luogo dove il Caproni aveva terminato il suo volo.
Dalla prima sepoltura, in un vigneto attiguo, i corpi furono traslati, nel gennaio del 1919, al cimitero Santa Pasqua di Bagnolo in attesa di essere riportati, nel 1921, alle loro città natali.  


ONORIFICENZE
Italia
Medaglia d'Argento: "Arditissimo mitragliere d'aeroplano, eseguiva numerose azioni di guerra, costante esempio di ardimento e valore. Attaccato da più apparecchi da caccia li controbatteva, fugandone uno. Avuto colpito l'apparecchio da un proiettile che ne staccava un'ala, precipitava al suolo immolando la giovane esistenza alla Patria. Cielo di Conegliano Veneto - 27 ottobre 1918."
       
Un Caproni Ca. 3 delle Squadriglie Bombardieri Caproni

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