Lettera - La Guerra all'orizzonte

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Padova, 1° dicembre 1917

Gentile Signora
È con l’animo molto afflitto che vengo a
parlarle di suo figlio che ho avuto qui nella
mia squadriglia. Fu assegnato alla 91°
in un giorno triste, la sera del 27 ottobre,
a Udine quando già era giunto anche per noi l’or-
dine di ritirata. E il mattino seguente
fu il solo a partire in volo con me e col
Ten. Col.lo Piccio per salvare i nostri velivoli
fra un temporale di acqua e nubi a cento me-
tri e vento furioso. Lo conoscevo già di
nome come un buon pilota e mi si rivelò
subito un ragazzo prezioso, un soldato valo-
rosissimo senza paura. Il 26 ottobre
quando ancora non era ancora alla mia squadriglia
seppi che era tornato col suo apparecchio forato
da 30 proiettili di mitragliatrice, dopo aver
abbattuto a Tolmino un aeroplano tedesco
ed esser stato assalito da una grossa pattu-
glia di caccia nemici. Rientrò a poca altez-
za nelle nostre linee riuscendo a salvarsi.
Fu poi con me a Pordenone, ad Arcade;
ebbe il 30 un felice scontro su S. Danie-
le del Friuli. Passammo poi al campo di
Padova; contavo già di prepararlo e di farne
uno dei miei migliori piloti da caccia poi-
ché aveva il coraggio, l’impeto, l’intelligenza
e la prontezza, ma la sorte gli fu avversa:
provando di nuovo il proprio apparecchio Spad
nei pressi del campo fu visto in una volta
che eseguiva a 300 m. scivolare sull’ala e cade-
re in vite: non abbiamo mai potuto sapere
la causa precisa della caduta. Lo Spad
è apparecchio velocissimo, ottimo per la caccia
ma pericoloso nel volo per un pilota che non
lo conosca molto bene: probabilmente un erro-
re di manovra non riuscito più a correggere
lo porto alla caduta. I piloti della squa-
driglia lo piansero e lo rimpiangeranno
sempre perché non è stata solo una perdi-
ta per Lei, gentile Signora, e per noi,
ma per il Paese al quale avrebbe reso grandi
servigi.
Ne raccogliemmo con devozione le
spoglie; nessuno aveva l’indirizzo di fami-
glia poiché era giunto da Verona, da altra
squadriglia e non aveva portato con sé nul-
la, poiché probabilmente quando ne partì
credette di ritornarvi presto. Lo accom-
pagnai io coi miei ufficiali e sottufficia-
li della squadriglia alla sua dimora ultima,
al Cimitero Maggiore di Padova dove gli rendem-
mo l’ultimo saluto. Riposa nel reparto
N. 3, fila 33, fossa 102. Alcuni oggetti
fra i quali un anello furono inviati a Torino
al Deposito di Aeronautica. Si scrisse alla sua
squadriglia di provenienza, la 75a affinché
inviassero al Deposito gli oggetti che là aveva
lasciati. Perdoni, Signora, se prima non le
ho scritto, i voli continui e i giorni che ab-
biamo trascorso mi hanno tenuto occupato e
spesso fuori dalla squadriglia.
Le invio anche a nome di tutti i piloti
della squadriglia la nostra devozione ed i
sensi de’ nostro più vivo dolore per la perdita
del suo Fermo, la cui memoria vivrà sempre
in noi simbolo di sacrificio, di pienezza e di
amor patrio per il proprio Paese.
Gradisca i nostri più rispettosi ossequi
                                Dev.
       Maggiore Francesco Baracca


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