

“Volare oltre il limite, vivere oltre la paura.”
Guido Keller nacque a Milano il 6 febbraio 1892.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale era già arruolato nel Genio Militare, ma fu irresistibilmente attratto dal cielo e dal mondo nascente dell’aviazione. Dopo aver conseguito il brevetto di volo presso il club del Battaglione Aviatori e completato un ulteriore addestramento, il 1° dicembre 1915 venne assegnato al Corpo Aeronautico Militare con il grado di sottotenente.
Iniziò presso la 73ª Squadriglia, per poi passare nel febbraio 1917 all’80ª e infine, il 1° novembre dello stesso anno, alla celebre 91ª Squadriglia di Francesco Baracca.
Figura magnetica e controversa, Keller incarnava un mosaico di contraddizioni: indisciplinato e insofferente, ma al tempo stesso eroico e cavalleresco; ribelle assoluto e selvaggio, anarchico e nazionalista, patriota generoso e solitario. Amava la battaglia per il gusto stesso della sfida, affrontava il pericolo con un coraggio che spesso rasentava la follia. Contemplativo e innamorato della bellezza e del mistero della natura, era uno spirito libero e autodidatta, capace di imprese di straordinaria audacia. Al fianco di Baracca si distinse come pilota di caccia, meritandosi tre Medaglie d’Argento al Valor Militare grazie al suo slancio e alla generosità in combattimento.
Poco prima della fine della guerra, durante una missione di mitragliamento contro le truppe nemiche nei pressi di Godega di Sant’Urbano, fu gravemente ferito a una gamba dal fuoco antiaereo. Costretto a un atterraggio di fortuna, venne catturato e fatto prigioniero, ma fu liberato poco dopo dalle truppe italiane in seguito alla battaglia di Vittorio Veneto.
In quegli anni conobbe Gabriele D'Annunzio, con il quale strinse un legame profondo e singolare: Keller era l’unico legionario autorizzato a rivolgersi al Vate dandogli del “tu”.
Dopo l’armistizio, fu tra i protagonisti dell’impresa di Fiume. Il 12 settembre 1919, una colonna di circa un migliaio di legionari guidati da D’Annunzio marciò per impadronirsi della città, la cui annessione all’Italia era osteggiata dal presidente americano Wilson. Da quell’azione nacque la Reggenza del Carnaro, e Keller vi ebbe un ruolo centrale come “segretario d’azione” e responsabile dei rifornimenti di armi, viveri e materiali.
Quando, nel dicembre 1920, le truppe italiane posero fine alla Reggenza, Keller – deluso e amareggiato – lasciò Fiume e partì per la Turchia, dove tentò senza successo di fondare una compagnia aerea.
Tornato in Italia aderì al fascismo, ma il partito non si fidò mai di lui, anche a causa delle sue critiche pungenti.
Nel 1923 rientrò in Aeronautica e fu inviato in Libia per sostenere le truppe italiane.
Successivamente intraprese un lungo viaggio di esplorazione in Sud America, segno della sua irrequietezza e del bisogno costante di nuove sfide.
Gli ultimi anni li trascorse a Ostia, in condizioni di povertà, sorretto soltanto dagli aiuti di pochi amici rimasti fedeli.
La sua vita si spense il 9 novembre 1929, a soli trentasette anni, nei pressi di Magliano Sabino, vittima di un incidente stradale.
Per volontà di D’Annunzio, fu sepolto sul Colle delle Arche del Vittoriale a Gardone Riviera, accanto agli altri eroi della sua epoca.

ONORIFICENZE
Italia
Medaglia d'Argento: "Tenente del 1º Gruppo Aeroplani, 73ª Squadriglia. Pilota addetto ad una squadriglia da caccia, compì numerosi ed importanti voli di guerra, distinguendosi sempre per ardimento e perizia. Il 24 aprile 1917 con grande audacia e sangue freddo, affrontò arditamente due nemici e col fuoco della sua mitragliatrice ne costrinse uno a discendere, obbligando l'altro a rientrare nel proprio territorio. Il 26 maggio 1917, avvistato un velivolo nemico, lo assalì e, quantunque con l'apparecchio colpito, continuò a combattere, finché lo costrinse alla fuga. Cielo del Carso, 24 aprile, 26 maggio. 15-29 agosto 1917".
Medaglia d'Argento: "Tenente Genio, Squadriglia Baracca (91ª). Costantemente ammirevole per coraggio, fermezza e tenacia, in pochi giorni dodici volte si abbassava a pochi metri sopra le trincee nemiche mitragliandole efficacemente. Il 23 novembre 1917 assieme ad un compagno di Squadriglia abbatteva un apparecchio avversario e nel combattimento il suo velivolo veniva ripetutamente e gravemente colpito. Il 26 maggio 1918, essendo in pattuglia con altri della Squadriglia, partecipava efficacemente all'abbattimento di un caccia nemico, che precipitava in fiamme. Cielo del Carso, 17 settembre - 27 ottobre. Cielo di Monte Franchini, 23 novembre 1917. Cielo del Piave, 26 maggio 1918".
Medaglia d'Argento: "Tenente Squadriglia Aeroplani Baracca (91ª). Pilota audacissimo e di impareggiabile slancio, il 12, il 30 luglio e il 30 agosto 1918 abbatté tre velivoli nemici. In altri combattimenti fugò intere pattuglie avversarie ed incendiò un pallone nemico alla deriva. Si espose più volte a seri pericoli, e rimase più volte colpito in combattimento. Nella nostra vittoriosa offensiva dell'ottobre 1918 prodigò infaticabilmente sé stesso, mitragliando campi di aviazione e ammassamenti di truppe avversarie fino a che, avuto colpito l'apparecchio, coi comandi tagliati e ferito egli stesso ad una coscia, precipitava nei pressi di Godega. Rimase per qualche tempo prigioniero. Cielo del Piave, luglio-agosto-ottobre 1918".

RIPRODUZIONE DELLO SPAD VII DELLA 91ª SQUADRIGLIA
CON LE INSEGNE DEL TENENTE KELLER - 1917
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