De Bernardi - La Guerra all'orizzonte

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Mario de Bernardi nacque a Venosa il primo luglio 1893.
Nel 1914, poco più che ventenne, ottenne il brevetto civile di pilota presso il Campo Scuola Volo di Aviano (Udine), dimostrando una capacità non comune, unita ad una grande passione per il volo. Nell'aprile 1915 fu allievo presso la Scuola Militare di Modena e a gennaio del 1916, già Sottotenente effettivo nell'Arma del Genio, fu destinato al Battaglione Aviatori. Il 20 marzo dello stesso anno conseguì il brevetto militare su apparecchio da caccia Nieuport ed assegnato alla 75a Squadriglia dove fu insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare per avere attaccato e colpito un apparecchio nemico, costringendolo all'atterraggio in territorio italiano. Successivamente fu scelto come pilota collaudatore degli aeroplani Pomilio rendendosi anche protagonista, nel maggio del 1917, del primo collegamento postale fra Torino e Roma con un volo di 3 ore e 15 minuti alla media, allora da primato, di 170 Km. all'ora.
Dall'inizio del 1918, fino al termine del conflitto, fece parte della 91a Squadriglia Aeroplani, abbattendo complessivamente quattro velivoli austriaci ed ottenendo la Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Dopo la guerra ricoprì il ruolo di pilota collaudatore e consulente tecnico presso le Officine Caproni.
Nel 1926 partecipò alla nona edizione della Coppa Schneider che quell'anno si svolse a Hampton Roads, in Virginia. Il 13 novembre, ai comandi di un idrocorsa Macchi M.39, vinse quella competizione percorrendo i 350 chilometri del circuito alla media di 396,7 km/h e stabilendo il nuovo record mondiale di velocità per idrovolanti. Pochi giorni più tardi, sul medesimo aereo, riuscì a migliorare ulteriormente il suo stesso primato. Nel 1928, con un idrocorsa Macchi M.52R, fu il primo uomo ad oltrepassare, in volo, la velocità di 500 km/h, raggiungendo i 512,776 km/h.
Partecipò anche a gare di acrobazia vincendo, nel 1931, il campionato mondiale di acrobazia aerea.
Nel 1932, partecipò al film "O la borsa o la vita", eseguendo alcune acrobazie aeree sul cielo di Roma, durante le riprese della pellicola prodotta dalla Cines.
Nel 1933, ai comandi di un Caproni Ca.111, compì il raid Roma-Mosca percorrendo i 2.600 km che dividono le due capitali con cinque passeggeri a bordo.
Nel 1941 collaudò il Campini-Caproni C.C.2, un motoreattore italiano, secondo velivolo al mondo a adottare una simile motorizzazione, con un volo da Milano a Roma.
Mario de Bernardi fu colpito da un attacco di cuore l'8 aprile 1959, mentre si esibiva in un volo acrobatico nei pressi di Roma. Mentre era ancora in volo si accorse dei sintomi riuscendo ad atterrare per morire qualche minuto più tardi all'età di sessantacinque anni. Riposa nel Sacrario dell'Aeronautica Militare presso il cimitero del Verano, Roma.
Nello stesso anno l'aeroporto di Pratica di Mare, sede del Reparto Sperimentale di Volo dell'Aeronautica Militare, venne ufficialmente intitolato al "Colonnello Pilota Mario de Bernardi" come attestato di riconoscimento per le attività svolte ed il prestigio conferito all'Aeronautica Italiana dai risultati da lui conseguiti.
A Roma, nel marzo 2006, venne apposta, alla presenza della figlia Fiorenza, una targa commemorativa al civico 86 di via Panama presso l'abitazione dove De Bernardi visse durante la sua permanenza nella capitale.



ONORIFICENZE
Italia
Medaglia d'Oro al Valore Aeronautico: "Pilota militare dal 1913, collaudatore ardito, tecnico e sperimentatore di elevate capacità, contribuiva efficacemente al potenziamento dell'Aeronautica Italiana. Detentore dei primati mondiali di velocità e di alta acrobazia, vincitore della Coppa Schneider e dei trofeo internazionale Harmon nel 1927, concorreva validamente ad elevare sempre più il prestigio dell'Arma Aerea. Incaricato di portare in volo un nuovo tipo di aeroplano, i cui principi di propulsione erano per la prima volta tentati nel mondo, superava le incognite notevolissime  presentate dalle ardue prove, con tecnica pari all'audacia, dimostrando sereno  sprezzo del pericolo, dedizione altis­sima intesa a dotare la Patria in armi di  un nuovo potente strumento di vittoria. Milano, settembre 1940".
Medaglia d'Argento: "Tenente del Genio 91a Squadriglia Aeroplani. Pilota da caccia abilissimo ed audace compiva nu­merosi voli, che erano veri atti di valore. Ripetute volte, in servizio di scorta a nuclei da bombardamento, con zelo ed abilità mirabili li liberava da situazioni difficili, attaccando intere pattuglie nemiche. L'11 settembre 1918 nel cielo di S. Lucia di Piave, il 17 settembre 1918 nel cielo di Mandra, il 3 ottobre 1918 nel cielo di Susegana, attaccava apparecchi nemici, e in strenui duelli tre ne abbatteva, costringendo il superstite alla fuga. Nella no­stra offensiva finale si distingueva per arditissimi mitragliamenti, concorrendo in una particolare circostanza a di­struggere cinque velivoli nemici in partenza dal campo della Comina. In un’altra di tali azioni, avuto gravemente colpito il velivolo, non desisteva dal combatti­mento, se non quando altre aggiustate raffiche di mitra­gliatrici  antiaeree, avendogli gravemente danneggiato il serbatoio dell'apparecchio, lo  costringevano a precipitosa discesa. Cielo del Piave e del Tagliamento, ottobre-novembre 1918".
Medaglia di Bronzo: "Sottotenente Reggimento del Genio addetto Battaglione Squadriglie Aviatori. Il 27 giugno 1916, per primo attaccava arditamente, a breve distanza, un apparecchio nemico sul cielo di Verona e, colpendolo in varie parti vitali, lo costringeva ad abbassarsi, permettendo così ad altri apparecchi nazionali di unirsi al combattimento, e  determinando l’abbattimento definitivo dell'avver­sario. Cielo di Verona, 27 giugno 1916".



  
RIPRODUZIONE DELLO SPAD XIII DELLA 91a SQUADRIGLIA
1918
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