1915 Fronte Dolomitico - La Guerra all'orizzonte

QUINTO DI TREVISO  - 1915 / 1918
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IL  FRONTE  DOLOMITICO
Oltre alle offensive portate nei primi mesi di guerra sul fronte isontino, fu dato l'ordine di avanzata generale lungo tutto il settore dolomitico, dando il via a una serie di piccole offensive in vari punti del fronte. Erano, sostanzialmente, delle azioni che miravano a tenere alta la tensione lungo quel fronte al fine di impedirne un alleggerimento che avrebbe concesso agli austriaci di spostare truppe e materiali verso il ben più agitato fronte isontino.
L'8 giugno gli italiani attaccarono nell'alto Cadore, sul Col di Lana, nel tentativo di tagliare la principale via di rifornimento alle truppe austriache dislocate in Trentino.
Il 28 maggio, dopo aver occupato Cortina e il passo Tre Croci, il nostro esercito si trovò di fronte a tre ostacoli che impedivano lo sbocco verso Dobbiaco e in Val Pusteria: il Son Pauses, il Monte Cristallo e il Monte Piana.
In giugno fu deciso un attacco contemporaneo ai tre baluardi che, però, non ottenne risultati importanti e definitivi.  Anche in questo fronte, come già stava succedendo sull'Isonzo, entrambi gli eserciti furono costretti a trincerarsi su posizioni che, in pratica, non sarebbero più cambiate fino al 1917.
Non cessarono comunque i ripetuti attacchi e contrattacchi ma tutte queste offensive non portarono a nessuno sfondamento. La guerra di montagna divenne una guerra di posizione con trincee, postazioni e camminamenti scavati nelle rocce e nei ghiacciai dolomitici superando anche i 3000 metri di quota e costringendo i soldati a lottare non solo contro il nemico ma anche contro la stessa montagna e le inclemenze dei suoi terribili inverni.


Già il 24 maggio il Monte Piana fu occupato da due plotoni di alpini i quali vennero colpiti da una scarica d'artiglieria sparata dal vicino monte Rudo; furono i primi caduti italiani su quella montagna dove, in circa due anni caddero quasi 15 mila uomini di entrambi gli schieramenti. il 25 luglio del 1915, durante uno dei numerosi e violenti scontri, il nostro Emilio Bertelli cadde sotto il fuoco nemico e, purtroppo, le sue spoglie non furono mai più ritrovate.
Altre azioni belliche si svolsero sui monti vicini e in gran parte dell'arco dolomitico. In una di queste azioni, presso il Monte Forame, un altro nostro soldato perse la vita.
In definitiva i due anni di guerra sul monte Piana e sui vicini monti videro i due eserciti combattere e morire per un fazzoletto di terra, senza mai riuscire a dare una svolta all'immobilità del fronte. Solo il 3 novembre del 1917 le postazioni italiane sul Monte Piana vennero abbandonate per ripiegare e schierarsi e rinforzare la linea di difesa sul Grappa in modo da arginare l'offensiva austriaca proveniente dal fronte isontino.
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