Premessa storica - La Guerra all'orizzonte

QUINTO DI TREVISO  - 1915 / 1918
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PREMESSA  STORICA

Il 1861 è l'anno di nascita dello Stato italiano, ma è solo nel 1866 con la liberazione del Veneto e, più tardi, nel 1870 con l'occupazione di Roma che si concluderà l'unificazione.

Trento e Trieste, tuttavia, rimangono ancora sotto il dominio austriaco ed è questa una delle ragioni che condurranno l'Italia alla partecipazione nel primo conflitto mondiale.

Di fatto, per l'Italia, si trattava della quarta guerra d'indipendenza e del raggiungimento di una posizione sullo scenario internazionale che giustificasse le proprie aspirazioni espansionistiche e coloniali.


I rapporti tra Italia e Austria, pur se rinsaldati dal rinnovo della Triplice alleanza, si deteriorano attorno al nodo triestino.
Nel 1912 alcuni decreti emanati dall'Austria e volti a limitare alcuni diritti degli italiani di Trieste scatenarono, nell'opinione pubblica italiana, un'ondata antiaustriaca.
Nel maggio del 1914, ancora a Trieste, ci furono scontri tra manifestanti italiani e sloveni causando il brutale intervento della polizia austriaca contro i dimostranti italiani.
Con l'attentato di Sarajevo, i rapporti tra Austria e Serbia precipitarono fino alla dichiarazione di guerra del 28 luglio data in cui ebbe inizio la Prima guerra mondiale.
L'Italia, inizialmente, ripropose la propria neutralità richiamando i contenuti prettamente difensivi della Triplice Alleanza.
Promesse territoriali giunsero sia dalla Germania sia da Francia ed Inghilterra al fine di trascinare dalla propria parte un'Italia che continuava a seguire la politica neutralista.

Nel 1915, con l'espansione austriaca nei Balcani, si concretizzarono i presupposti per la richiesta italiana dei compensi previsti dall'articolo 7 della Triplice Alleanza. L'Austria dimostrò una certa disponibilità al riconoscimento dei compensi e, pressata da una Germania preoccupata dallo sfavorevole andamento della guerra nel fronte occidentale, giunse a dichiararsi disponibile alla cessione di Trento e di parte del Trentino.
Quindi, l'8 aprile di quell'anno, l'Italia colse l'occasione e provvide alla stesura di un progetto di trattato che prevedeva, in cambio della neutralità italiana, la cessione da parte austriaca del Trentino con Bolzano e la Val d'Isarco fino a Chiusa, la cessione di alcune isole dalmate, lo spostamento del confine orientale volto ad inglobare Gorizia, Gradisca d'Isonzo e Monfalcone. Infine, si chiedeva di garantire l'autonomia di Trieste con conseguente abbandono delle truppe austriache dalla città e dal territorio adiacente.
Ma il governo austriaco respinse il progetto interrompendo, di fatto, ogni trattativa.
Così, il 26 aprile l'Italia firmò il patto di Londra garantendo il proprio intervento militare, a fianco della Triplice Intesa (Inghilterra, Francia e Russia), entro un mese dalla firma ricevendo in cambio, a vittoria raggiunta contro Germania ed Austria, diversi territori allora in possesso degli austro ungarici. Oltre al Trentino ed all'Alto Adige (a quel tempo era definito Tirolo Cisalpino) era sancito il possesso di Trieste, Gorizia, la penisola Istriana e buona parte della Dalmazia e giù, lungo la costa adriatica, comprendendo il protettorato sull'Albania, le isole del Dodecaneso, alcuni possedimenti in Asia Minore (Adalia) ed alcune colonie tedesche in Africa.
L'Austria, probabilmente venuta a conoscenza del trattato, tentò in extremis, prima il 6 ed infine il 18 di maggio, di impedire l'entrata in guerra dell'Italia a fianco delle potenze nemiche promuovendo nuove trattative e nuove concessioni. L'azione fu liquidata come uno squallido tentativo di compromettere l'Italia di fronte ai governi ed all'opinione pubblica europea. In ogni caso le proposte austriache sarebbero state insufficienti per una qualsiasi riapertura delle trattative.
Il 24 maggio del 1915 l'Italia entrò in guerra a fianco d'Inghilterra e Francia contro i precedenti alleati della Triplice Alleanza.

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