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Note - La Guerra all'orizzonte

QUINTO DI TREVISO  - 1915 / 1918
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INTRODUZIONE

LA GUERRA ALL'ORIZZONTE
Un viaggio di memoria, verità e amore

Nel 2005 nasce "La Guerra all’Orizzonte" come ricerca storica dedicata ai soldati di Quinto di Treviso caduti nella Prima Guerra Mondiale. Ma fin da subito, quel progetto si è trasformato in qualcosa di molto più profondo: un atto di restituzione, una chiamata del cuore verso chi la guerra aveva cancellato dai racconti familiari, ma non dalla Storia.
Tutto ha avuto inizio con un elenco di nomi incisi sulla pietra del monumento ai Caduti. Dietro quelle lettere scolpite, vite interrotte prematuramente chiedevano voce. Con l’aiuto dell’Albo d’Oro dei Militari Caduti e altri archivi, ne sono emersi altri, dimenticati, mai ricordati ufficialmente. Per ciascuno, una scheda: una piccola biografia, un gesto di riscatto, una scintilla di memoria restituita.
Ma non ci si è fermati lì. Volevamo capire, ricostruire, riportare quei ragazzi nel tempo e nei luoghi in cui si spense la loro giovinezza. Le difficoltà non mancarono: incongruenze, sigle militari confuse, percorsi incerti. Eppure, ogni traccia trovata era un tassello prezioso. Gli archivi si aprivano, e nel confronto fra mappe, documenti e diari, appariva la magia: la vita di un nostro soldato che finalmente combaciava con la Grande Storia.
E la Storia si faceva Persona.
Poi, l’urgenza più dolorosa: dove riposano? La risposta, spesso, non arrivava. E ogni assenza diventava una ferita. Li avevamo ormai nel cuore, quei nomi. Angelo. Antonio. Carlo. Mosè. Non più dati su una scheda, ma compagni silenziosi di un cammino emotivo e civile. Per loro, soprattutto per chi non ha tomba, abbiamo ripreso l’epigrafe letta nel Tempio Sacrario di San Nicolò a Udine: “Et nomen una cum sanguine pro Patria dedimus.” Con il sangue, anche il nome abbiamo donato alla Patria.
Il titolo stesso del progetto è nato osservando le colline all’orizzonte, Montello, Grappa, quella linea distante da cui la guerra, un giorno, arrivò. Giunse all’orizzonte, varcando il confine dell’infanzia, strappando la pace a chi era cresciuto tra le acque limpide del Sile. Un quadro di Beppe Ciardi, che ritrae bambini di Quinto giocare sereni, ne è diventato il simbolo. La memoria di quella felicità spezzata.
Oggi, questo lavoro continua. Cresce, si arricchisce, si apre a chiunque voglia contribuire. Perché ogni pagina aggiunta è un altro passo verso la dignità della memoria. Verso un orizzonte in cui la guerra non arrivi più.
Un libro online, per sua natura, è qualcosa che respira. Vive grazie a chi lo legge, cresce grazie a chi decide di donare un ricordo, una riflessione, una memoria. Noi lo immaginiamo così: come un luogo che accoglie, che si apre, che custodisce.
Ed è con questo spirito che abbiamo iniziato un nuovo percorso, forse il più difficile e toccante finora: raccontare le storie di chi è tornato. I reduci, spesso dimenticati, sono testimoni preziosi del dolore, del coraggio, della fatica del ricominciare. Le loro voci — seppur flebili, sbiadite dal tempo — ci arrivano ancora, forti e piene di umanità.
Sappiamo già che sarà un viaggio complicato, fatto di ricerche e silenzi, di fotografie ingiallite e nomi appena leggibili. Ma sarà anche un cammino meraviglioso, perché ogni frammento recuperato sarà come restituire una scintilla di vita a chi l’ha vissuta.
Se, tra le pieghe del tempo, vi capita di ritrovare vecchi scatti, lettere, oggetti o semplicemente un ricordo tramandato… non tenetelo solo per voi. Condividerlo con noi significa farlo rivivere. Significa scrivere insieme una storia più grande.
Grazie, davvero, per aver scelto di leggere queste pagine. In esse c’è tanto lavoro, sì, ma soprattutto un profondo atto d’amore.

Paola e Silvano
Potete scriverci a:  redazione@guerra-allorizzonte.it









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