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Artiglieria - La Guerra all'orizzonte

QUINTO DI TREVISO  - 1915 / 1918
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ARTIGLIERIA DA MONTAGNA

E poi venne su lenta,
grave, bella nella sua apparenza faticosa e rude,
coi suoi grandi soldati, coi suoi muli potenti,
l'artiglieria di montagna...

E. De Amicis (Cuore)


 MONUMENTO AGLI ALPINI (STRESA - LAGO MAGGIORE)


Nel 1915 l'Artiglieria da Montagna era costituita da 3 reggimenti suddivisi in 13 gruppi per un totale di 39 batterie.
Il 2° Reggimento non è strutturalmente presente nel conflitto ma i suoi gruppi sono assegnati e schierati a fianco e in supporto della fanteria alpina.
Il Reggimento è composto da quattro gruppi:
il 5° (Gruppo "Conegliano" con la 13ª, 14ª e 15ª batteria),
il 6° (Gruppo "Udine" con la 16ª, 17ª e 18ª batteria),
il 7° (Gruppo "Vicenza" con la 19ª, 20ª e 21ª batteria) e
l' 8° (Gruppo "Belluno" con la 22ª, 23ª e 24ª batteria).

POSTAZIONE DI ARTIGLIERIA DA MONTAGNA CON UN CANNONE DA 65

Ogni batteria era armata con 4 cannoni modello 65/A o 65/13 Calibro 65 mm con un peso in batteria di 460 kg. Disponeva di un alzo tra -7 e +20 gradi con un brandeggio di 8. Poteva sparare proiettili esplosivi pesanti poco più di 4 kg. con una gittata di 6500 metri.
I cannoni, smontati, venivano suddivisi in più parti: cannone, scudi, testata, slitta e freno, coda e ruote, ciascuna su un mulo. L'insieme di cannoni, munizioni, rifornimenti e materiale di manutenzione veniva trasportato da 182 muli e 13 cavalli. Si trattava di un’unità articolata, ben organizzata e quasi autosufficiente, formata, inoltre, da 7 ufficiali e 365 uomini di truppa.
La 15ª batteria del Gruppo Conegliano, installata su Pizzo Avostanis, riuscì a respingere con successo tutti gli attacchi austro-ungarici. Numerosi furono gli artiglieri decorati al valor militare appartenenti a questa batteria e purtroppo numerosi furono anche i caduti, tutti sepolti, inizialmente, nel cimitero di guerra predisposto a sud del laghetto di Casera Avostanis.
Ancora oggi, dopo più di cento anni, ritroviamo le tracce di quei giorni drammatici che rimangono scolpiti nella memoria e nelle pietre anche se riutilizzate per riedificare le strutture dell'attuale malga.

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