Ricci - La Guerra all'orizzonte

QUINTO DI TREVISO  - 1915 / 1918
Vai ai contenuti
IL  CAPITANO  CARLO  RICCI
                        
Carlo Ricci, nacque a Venezia il 6 novembre 1893. Successivamente si trasferì con la famiglia a Quinto di Treviso. Si arruolò volontario, ancora diciannovenne, nel corpo degli alpini come allievo ufficiale. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale aveva il grado di Sottotenente e fu assegnato alla 97a compagnia del Battaglione Gemona e inviato al fronte in Val Dogna - Zona Carnia. Gli alpini della sua compagnia furono protagonisti, già il 26 maggio, di una coraggiosa impresa con la quale snidarono gli austro ungarici appostati sulle creste dei Due Pizzi occupando il Pizzo Orientale.
Successivamente la Compagnia si installò sul Jôf di Miezegnot che è la cima più orientale della lunga catena montuosa che racchiude a nord la Val Dogna e domina la strada che da Pontebba corre verso Tarvisio.

Il villaggio di guerra dello Jôf di Miezegnot è uno dei resti più sorprendenti ed interessanti della Grande Guerra in Friuli Venezia Giulia. Si tratta di una serie di costruzioni in muratura innalzate dal Battaglione Alpini Gemona sopra un costone roccioso nell'estate del 1915. Furono utilizzate come alloggio dopo l'occupazione di questa cima in modo da essere protetti dai bombardamenti dei cannoni austro-ungarici e, ovviamente, anche dal freddo.
Per gran parte del 1915 si susseguirono rapidi e poco significativi contatti con il nemico con sporadici assalti fino ad ottobre del 1915, quando, tra il 18 e il 20 si svolse una battaglia particolarmente cruenta.
Cercando di conquistare dei punti da cui poter osservare la pianura friulana, l'esercito Austro-ungarico assaltò le posizioni del Peceit e di Somdogna controllate e difese dalla 97a compagnia del Battaglione Gemona e da reparti di fanteria.
Dopo un violentissimo fuoco d'artiglieria che causò pesanti perdite agli italiani, dalla Val Saisera salirono diversi battaglioni di Kaiserjäger che si lanciarono all'attacco, giungendo quasi sulla Sella di Somdogna a ridosso delle posizioni italiane.
La 97a Compagnia di Alpini del Battaglione Gemona, che occupava lo Jôf di Miezegnot e che aveva subito meno degli altri reparti gli effetti del bombardamento, intervenne tempestivamente e investì gli assalitori sul lato, bombardandoli contemporaneamente con l'artiglieria.
La battaglia infuriò per tre giorni; alla fine gli attaccanti ripiegarono con gravi perdite.
In seguito, non si ebbero più in questi luoghi vere e proprie azioni di guerra, fino ai giorni della battaglia di Caporetto (ottobre 1917), dove ancora una volta le truppe italiane difesero la testata della Valle di Dogna ma dovettero poi ritirarsi per evitare l'accerchiamento ad opera delle truppe austro tedesche che stavano invadendo la pianura friulana.

La vetta dello Jôf di Miezegnot (sulla destra)
Resti dell'osservatorio militare  sulla vetta dello Jôf di Miezegnot
(Sullo sfondo, a destra, la Val Canale che va da Pontebba a Tarviso)
Durante la battaglia il tenente Carlo Ricci si distinse per il coraggio con il quale guidò il suo plotone, tanto da meritare una Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Successivamente Ricci, fu promosso al grado di capitano e assegnato al comando della 97a Compagnia. Ai primi di aprile del 1916 la sua Compagnia, fu accorpata alla 154a e alla 155a che costituivano il Battaglione Monte Canin.
I tre reparti, durante la ritirata di Caporetto, giunsero, ai primi di novembre del 1917, nella zona di Pielungo.
Qui vennero a contatto con le avanguardie tedesche e, negli aspri combattimenti che ne seguirono, molti degli alpini della 97a Compagnia persero la vita o furono catturati durante la battaglia o, nelle ore successive, lungo il percorso che doveva condurli sulla nuova linea difensiva sul Piave.
Il capitano Ricci, ancora una volta, guidò con coraggio e tenacia i suoi uomini finché cadde gravemente ferito e privo di sensi. Catturato dai tedeschi fu inviato nel campo di prigionia di Theresienstadt (oggi in Repubblica Ceca) dove morì per malattia, l' 8 novembre del 1918.
Il suo eroico comportamento durante la Battaglia di Pielungo gli valse un'ulteriore onorificenza, la Medaglia d'Argento al Valor Militare, che gli fu concessa nel 1920, dopo la sua morte.

ONORIFICENZE
Medaglia di Bronzo al Valor Militare: "Per dar tempo alle riserve di accorrere, assaltò, con slancio e di sua iniziativa, alla baionetta l'avversario che, con forze preponderanti, tentava di avanzare sulla posizione tenuta dal solo suo plotone. Fu di bell'esempio ai dipendenti che incitò colla parola, e più coi fatti, alla lotta. - Peceit, 18-20 ottobre 1915".
Medaglia d'Argento al Valor Militare: "Al comando di una compagnia, dimostrò sempre ottime qualità militari. Nell'assalto di un paese, rimasto gravemente ferito, non volle abbandonare il comando, finché non gli vennero meno le forze. - Pielungo (Udine), 5 novembre 1917."
   

Torna ai contenuti