Conte Rosso - La Guerra all'orizzonte

QUINTO DI TREVISO - 1940 / 1945
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Piroscafo
"CONTE ROSSO"


Tutti siamo qui nelle onde che si frangono ai tuoi piedi e vogliamo essere intesi.
Vogliamo che altri vengano a cercarci e che ci ascoltino nelle voci del Mare.
Vogliamo che di noi parlino ai figli e questi ai figli loro e ai figli dei loro figli, finché tutti siano capaci d'intendere il Messaggio divino
che fu annunciato e ripetuto tante volte ai mortali e tante volte disperso nelle inutili passioni.

Orazione per i Caduti al momento della sepoltura in mare
Il Transatlantico Conte Rosso entrò in servizio nel 1922 sulle rotte oceaniche sia verso le Americhe che verso l’Asia. La nave aveva una lunghezza di 180 metri e una larghezza di circa 23 metri.


IL TRANSATLANTICO "CONTE ROSSO"

Nel dicembre del 1940 fu requisito dalla Regia Marina a Genova e adibito al trasporto di truppe in Libia. Effettuò diversi viaggi, trasportando parecchie migliaia di uomini ed equipaggiamenti percorrendo la rotta verso Tripoli attraversando il Canale di Sicilia che era costantemente sorvegliato da aerei ricognitori inglesi di base a Malta e, pattugliato, dai sommergibili inglesi anch'essi di stanza a Malta.
Il 24 maggio 1941, alle ore 04:40, il Conte Rosso, nave capo convoglio salpò da Napoli con destinazione il porto di Tripoli. La flotta era composta dalla Nave Esperia, la Motonave Victoria e il Mercantile Marco Polo. Tutte trasportavano equipaggiamenti, rifornimenti, e militari italiani appartenenti a quasi tutte le Armi dell’Esercito: fanti, artiglieri, cavalleggeri, genieri, carristi; molti erano anche gli specialisti dell’Aeronautica e molti, infine, gli uomini della Milizia. La scorta era formata dai cacciatorpediniere Freccia e dalle torpediniere Procione, Pegaso e Orsa. Al convoglio italiano, giunto all’altezza di Messina, si aggiunsero due incrociatori pesanti, Trieste e Bolzano e tre cacciatorpediniere Ascari, Corazziere e Lanciere e, per aumentare la vigilanza ed ampliare il raggio di difesa contro i sommergibili inglesi, alcuni idrovolanti Cant. Z e le torpediniere Calliope, Perseo e Calatafimi. Queste ultime rientrarono nei porti italiani in serata.

Alle ore 20:40 circa, in prossimità di Capo Murro di Porco al largo di Siracusa, il sommergibile inglese Upholder, la vigilanza delle navi italiane e si portò a tiro del convoglio. Lanciò un primo siluro che colpì il Conte Rosso distruggendo la zona macchine di prora, rallentandone così la velocità. Un secondo siluro colpì la stiva di prora, dove erano allocate armi e munizioni, provocando una grande esplosione. La nave si inclinò rapidamente su un fianco. Gli uomini sopravvissuti alle esplosioni cercarono di mettersi in salvo, ma solo 8 minuti dopo essere stato colpito dal secondo siluro, il piroscafo si inabissò trascinando con esso molte vite umane adagiandosi su un fondale di 2.000 metri. Le navi di scorta coordinarono subito una azione offensiva nei confronti del sommergibile lanciando delle bombe di profondità, ma ben presto alcune di esse dovettero interrompere l'azione per dare soccorso alle moltissime persone in mare mentre il resto del convoglio, scortato da alcune Unità, proseguì per il porto di destinazione. Il prezzo di vite umane fu altissimo, su 2727 persone a bordo se ne salvarono solamente 1430. Delle 1297 vittime il mare ne restituì solo 290.
Tra le vittime ci fu anche il nostro Guglielmo Zanuzzi che risultò disperso e mai più ritrovato.
L’alto numero di vittime, nonostante la rapidità d’intervento dei soccorsi, fu causato dal fatto che la tragedia avvenne al buio, rendendo quindi difficile trovare i naufraghi nel mare insidiato dai sommergibili e dalla rapidità dell’affondamento. Inoltre, l’alto numero di uomini a bordo fa pensare che siano stati in pochi a salvarsi sulle lance e che la maggior parte sia finita in mare dove, anche in maggio, la resistenza è breve. Anche questa tragedia confermò la sostanziale inefficacia della scorta ai convogli, composti da grandi unità, contro le insidie notturne ad opera dei sommergibili.
RICERCHE STORICHE A CURA DI PAOLA VENDRAMIN E SILVANO ZAGO
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