Trento - La Guerra all'orizzonte

QUINTO DI TREVISO - 1940 / 1945
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Incrociatore pesante
"TRENTO"


Tutti siamo qui nelle onde che si frangono ai tuoi piedi e vogliamo essere intesi.
Vogliamo che altri vengano a cercarci e che ci ascoltino nelle voci del Mare.
Vogliamo che di noi parlino ai figli e questi ai figli loro e ai figli dei loro figli, finché tutti siano capaci d'intendere il Messaggio divino
che fu annunciato e ripetuto tante volte ai mortali e tante volte disperso nelle inutili passioni.

Orazione per i Caduti al momento della sepoltura in mare
L'incrociatore pesante "Trento" apparteneva all'omonima classe Trento della Regia Marina e costituita da altre due unità gemelle, "Trieste" e "Bolzano".
Varato il 4 ottobre 1927 entrò in servizio il 3 aprile 1929.


L'INCROCIATORE PESANTE "TRENTO" E LA GEMELLA "TRIESTE" A VENEZIA

La nave, per l'epoca, era particolarmente moderna, veloce e ben armata.  Aveva una lunghezza di quasi duecento metri ed era larga venti. Poteva navigare alla velocità massima di 35 nodi (più di 60 km/h) e alla velocità di crociera di 16 nodi aveva un'autonomia di quasi ottomila chilometri.
Come gran parte delle navi maggiori era equipaggiata anche con i ricognitori idrovolanti Imam Ro.43


UN RICOGNITORE IDROVOLANTE IMAM RO.43 VIENE ISSATO A BORDO

Dal 5 febbraio al 30 giugno 1932 fu inviata in missione in Cina e Giappone per unirsi al Battaglione San Marco come dimostrazione di forza durante la seconda guerra tra Cina e Giappone.
Nell'agosto del 1933 con l'entrata in servizio dell'incrociatore "Bolzano" andò a formare, assieme all'altra nave gemella "Trieste", la Seconda Divisione Navale per passare poi, all'inizio della Seconda guerra mondiale, nella III Divisione Incrociatori.
L'incrociatore "Trento" prese parte alle principali azioni navali nel Mediterraneo tra l'estate del 1940 e il novembre del 1941.


L'INCROCIATORE "TRENTO" IN NAVIGAZIONE

Il mattino del 15 giugno 1942, poco dopo le 5, mentre stava navigando con una flotta da battaglia per intercettare un convoglio di rifornimenti britannici diretti a Malta, fu colpito da un siluro lanciato da un aerosilurante inglese Bristol Beaufort decollato da Malta. Il siluro, sganciato in prossimità della nave, la colpì all'altezza della sala macchine creando gravi danni e notevoli perdite umane. L'incrociatore, immobilizzato, fu lasciato indietro dal resto della flotta che proseguì per la missione. Un cacciatorpediniere rimase a supporto della nave prodigandosi nell'opera di scorta.
Ma alle 09:10, mentre veniva trainato dal cacciatorpediniere "Pigafetta", il "Trento" fu attaccato dal sottomarino inglese "Umbra" che, con un siluro, colpì il deposito munizioni anteriore. L'effetto fu talmente devastante che l'incrociatore s'inabissò in pochi minuti.
I membri dell'equipaggio, mediamente poco più di 700 marinai, affiancati da altri militari imbarcati, circa 400 uomini, ebbero pochissimo tempo per tentare di mettersi in salvo. Le esplosioni successive alla prima grande deflagrazione, gli effetti delle bombe di profondità lanciate dal "Pigafetta" contro il sottomarino inglese, e i gorghi creati dall'affondamento della nave, causarono la perdita di 657 vite.
Tra queste c'era anche il nostro Alfio Grando, sergente meccanico decorato al Valor Militare.
Il resto della flotta, intanto, aveva raggiunto il convoglio nemico e ingaggiato la battaglia navale nota come Operazione Vigorus. La battaglia, inserita nel contesto della Battaglia di mezzo giugno costituì un importante successo della Regia Marina nel contrastare l'afflusso di rifornimenti verso Malta.
Il convoglio britannico, composto da 57 navi da battaglia e da 17 mercantili, si scontrò con 25 navi, 15 sottomarini e quasi 500 aerei dell'Asse Italo - Tedesco.
Le perdite inglesi furono pesanti: 7 navi militari e 6 mercantili affondati, 8 navi militari e 3 mercantili danneggiati, 30 aerei abbattuti e 300 vite umane perdute oltre a un paio di centinaio di prigionieri.
Le perdite per lo schieramento Italo tedesco furono decisamente più contenute: 2 navi da battaglia danneggiate, 43 aerei abbattuti e l'incrociatore "Trento" affondato.
Le perdite umane, più di 700 caduti e dispersi, si riferiscono in gran parte a quelle dell'incrociatore oltre agli equipaggi degli aerei.
Il relitto dell'incrociatore "Trento" si trova ancora oggi nel mezzo del mare Ionio dove il Mediterraneo è più profondo.

L'EQUIPAGGIO DELL'INCROCIATORE TRENTO

RICERCHE STORICHE A CURA DI PAOLA VENDRAMIN E SILVANO ZAGO
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